Il presente dialogo (aperto?) nasce dall’incontro con alcuni libri di E. E. Cummings, in particolar modo: & [and] 1925, di cui consiglio la lettura ad alta voce della poesia 31, che conduce ad alte vette quando la parola si spezza (ancor prima del verso) sul palato, e fa vibrare il corpo della poesia rallegrando lo spirito del lettore – Cummings ne gioirebbe considerando il suo amore per la parodia; e dal libro: W (ViVa) 1931, da cui è tratta la poesia 67, dove è fortemente visibile quella precisione che crea movimento tanto cara al poeta. Prima di lasciarvi al dialogo (spero apriate anche voi una via come s’apre questa parentesi che vado a chiudere) vorrei concludere con una citazione, o meglio, col riportare qui la parte finale dell’introduzione alle poesie che gli editori chiesero a Cummings a causa della sua tecnica “complicata e originale”:
“L’ineluttabile preoccupazione col Verbo dà al poeta un vantaggio sommo: mentre i nonfacitori si devono accontentare del semplice fatto innegabile che due più due fa quattro, egli si gode una verità puramente irresistibile (che si trova, in forma abbreviata, sul frontespizio del presente volume)”.
Il volume in questione, a cui si riferiva Cummings, era il libro: is 5 (1926).
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67.
mia cara poiché
siamo tu e
io assolutamente ossessionati da
ciò che alcun eco
di sogni non è né
fiorire d’eco
alcuno (bensì l’eco
del fiorire dei
Sogni) qualche dove dietro a noi
cercando sempre (o qualche vola sotto di noi
cercando) di
trovare in qualche modo (O ma con grazia) un
noi, interamente il cui minimo
respiro ci
sorprenda
— sprezziamo allora
quel che coraggio non è mia
cara (poiché Niuno solo sa
dove cresce verità perché
uccelli volano e
specie la luna chi è.
E.E. Cummings
trad. Mary de Rachewiltz
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mio caro poiché
siamo tu e
io assolutamente ossessionati da
Ciò
È
qual è il suono del fiorire
se questo è l’eco
dei sogni Fior End O (gracefully) se
troviamo
qualche modo (O ma con grazia)
un noi, interamente
nel fiorire
se questo è
qual è il suono del sogno (poiché
the flower of Dreaming
nessuno conosce
come la verità o chi sia
la luna)
Immagine tratta dal film "Il postino" di M. Radford, 1994