Capita a volte di non essere certi di ciò che abbiamo intuito. Di ciò che il nostro cuore ci ha appena sussurrato.
Avrò ben inteso?
Mi sono confuso? Avrò ben interpretato?
Soprattutto quando si parla di sentimenti.
Quando sentiamo che l’altro è cambiato. Oppure lo sentiamo coinvolto.
O nei momenti in cui lo sentiamo lontano, distante.
Abbiamo un atto d’amore verso noi stessi. Sapere che quel che sentiamo è vero. E’ reale.
Resta e resterà.
Quel che sentiamo è la carezza di un bambino, la nostra capacità di non abbandonare mai noi stessi. Perché quello che sentiamo, quello che proviamo, è nostro.
Nessun può togliercelo.
Anche se a volte non lo manifestiamo. Anche se a volte manchiamo il messaggio.
Il nostro amore, i nostri sentimenti, e la nostra capacità di provarli, è lì.
Intatta, inamovibile, inattaccabile.
Amiamo e sentiamo. E intuiamo.
Come sempre, da sempre.
Nulla scompare dei sentimenti e delle emozioni che abbiamo.
Sono reali.
Dobbiamo solo farle vivere nel mondo.
Pronti ad abbracciare le emozioni di chi vorrà avvicinarsi a noi.
“La speranza c’è, quando uno crede
Che non un sogno, ma corpo vivo è la terra,
E che vista, tatto e udito non mentono.
E tutte le cose che qui ho conosciuto
Son come un giardino, quando stai sulla soglia.
Entrarvi non si può. Ma c’è di sicuro.
Se guardassimo meglio e più saggiamente
Un nuovo fiore ancora e più di una stella
Nel giardino del mondo scorgeremmo.
Taluni dicono che l’occhio c’inganna
E che non c’è nulla, solo apparenza.
Ma proprio questi non hanno speranza.
Pensano che appena l’uomo volta le spalle
Il mondo interro dietro a lui più non sia,
Come da mani di ladro portato via.”
Czeslaw Milosz – “Speranza” – Trad. Pietro Marchesani – Ed. Adelphi
Francesco Urbani
Psicologo-Psicoterapeuta-Supervisore
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
www.casadinchiostro.it
Immagine tratta dal film "L'innocenza" di Hirokazu Kore'eda, 2023