10 punti per proteggerci dalla fatica da COVID 19 -Come prenderci cura del nostro benessere psicologico durante la seconda ondata

0 0
Read Time:2 Minute, 29 Second

 

  1. Tutto quello che abbiamo imparato nei primi mesi di pandemia può non bastare più in questa nuova fase di “convivenza” con il COVID. É importante pensare di poter immaginare e organizzare nuove abitudini.
  2. La sensazione di sentirsi “accerchiati” dal virus e sotto pressione ora che i contagi sono trasversali per età e stili di vita è molto frequente. Dover avere accortezze anche tra famigliari, parenti e amici stretti può destabilizzare le sicurezze di tutti. Accettiamolo accogliendo questa nuova sfida e imparando a dimostrare affetto e vicinanza in modo diverso.
  3. Siamo ormai abbastanza esperti nell’utilizzo di mascherine, disinfettanti e a mantenere la distanza. Cerchiamo di rispettare chi vive questa situazione con maggiore o minore ansia rispetto a noi, sempre nel rispetto delle regole indicate.
  4. Abbracciarsi, baciarsi e stringere la mano, ad esempio, sono gesti che da sempre fanno parte di noi e del nostro stare insieme, a cui al momento abbiamo dovuto rinunciare.Ci si può sentire in difficoltà nell’evitare questi comportamenti pensando di poter apparire bruschi o maleducati, spiegarlo all’altro potrebbe aiutare.
  5. Nella prima fase della pandemia abbiamo assistito a manifestazioni diverse: ansia, insonnia e umore ballerino. Si sono aggiunti ora stanchezza psichica ed emotiva, sentimenti di tristezza e scoramento ma anche di irritabilità e rabbia. Sta capitando a molti, notarlo in noi non deve stupirci..
  6. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla di Pandemic Fatigue. Continuare a vivere in uno stato di allarme ci potrebbe portare, per stanchezza, a sottovalutare i pericoli. Per difenderci dalla fatica ci abituiamo e normalizziamo tutto questo correndo il rischio di proteggerci di meno.
  7. Le emozioni che stiamo provando possono farci sentire demotivati e confusi anche rispetto a relazioni o progetti importanti. Proviamo a fermarci per comprendere cosa ci accade prima di prendere decisioni importanti.
  8. Non trascuriamo le attività che ci ricaricano emotivamente e se delle buone abitudini in tal senso si sono perse cerchiamo di recuperarle o di costruire nuove possibilità. Fare la maglia, fare yoga, cucinare, fare sport, leggere o guardare film -a ciascuno il suo- ma è importante trovare attività che nutrano il nostro benessere psichico.
  9. L’incertezza e l’impossibilità di fare progetti a lungo termine anche dal punto di vista lavorativo possono creare disagio e ansia anche nelle persone più solide e intelligenti. Accettiamo questa condizione e accogliamo le emozioni che ne derivano.
  10. Oltre alla salute fisica bisogna occuparsi ora più che mai della salute emotiva. Se sentiamo di essere in difficoltà è giusto e utile chiedere aiuto ad un professionista.

 

Anche se pensi che questo articolo non possa interessarti direttamente, ti chiediamo di condividerlo, perché potrebbe essere di aiuto per una persona a te cara, o a un tuo contatto.
Grazie.
Ass. Casa d’Inchiostro

Dott. Francesco Urbani
Psicoterapeuta, Supervisore
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it 

Dott.ssa Maria Lucia Benvenuti
Psicologa, Psicoterapeuta
marial.benvenuti@gmail.com
www.psicoelle.info

Dott.ssa Maria I.Trecca
Psicologa, Psicodiagnosta
mariai.trecca@gmail.com
www.studiodipsicoanalisitrecca.com

Dott.ssa Alessandra Dore
Psicologa, Psicoterapeuta
alessandra.dore18@gmail.com

 

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %
Previous post Riuscirai a ricordarti me, riuscirai a ricordarti di noi? Riflessioni a margine su una poesia di Marina Cvetaeva
Next post I tuoi occhi li porto con me. La memoria di uno sguardo in un giorno d’autunno

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

One thought on “10 punti per proteggerci dalla fatica da COVID 19 -Come prenderci cura del nostro benessere psicologico durante la seconda ondata

  1. Punto 10 esempio: se la famiglia vicina di casa è affetta da analfabetismo emotivo, se ha perso molto tempo fa le qualità che meglio contraddistinguono l’essere umano, ovvero l’empatia, l’amore e la consapevolezza, è possibile che alcuni dei suoi componenti, nel tempo e con la pandemia, si trasformino in Dissennatori o Ossuti, a seconda se preferiamo attingere ad Harry Potter o cercare tra gli zombi di Warm Bodies per trovare una metafora della condizione umana degenerata.

    Il rischio in questi casi è di venire spolpati della nostra vitalità e della nostra gioia attraverso un lento e inesorabile avvelenamento quotidiano, fatto di ostilità, atteggiamenti aggressivi e persecutori.

    Il disagio sociale di questa famiglia è evidentemente ad uno stadio di avanzamento tale da impedire loro di riconoscere il male che fanno e dunque di intervenire sui propri comportamenti eccessivi e inopportuni. Ricercare il confronto con questa famiglia spesso si trasforma in una preziosa occasione per i suoi componenti di coalizzarsi contro l’Altro, di sentirsi finalmente complici e di provare un senso di vicinanza oltre al solito livore che avvelena anche loro stessi.

    Così, mentre la famiglia di mostri vive questa piacevole illusione, è possibile che noi, ma soprattutto, quelli di noi particolarmente emotivi, invece si sentano invasi e che il nostro corpo abbia reazioni nervose autonome (sudorazione acida, bocca asciutta, affanno, tremori, stato di ansia e allerta costante).

    Se siamo persone con vissuti traumatici alle spalle, è possibile rivivere i fantasmi del passato e di sommare al disagio presente quello vissuto da bambini.

    In questi casi, contattare uno psicoterapeuta è particolarmente utile per strutturarci e, così facendo, depotenziare i nostri persecutori. Nel frattempo che ci strutturiamo quantomeno riceveremo ascolto, comprensione, conferme, suggerimenti utili per meglio sopportare la difficile condizione.

    Adesso vado che ho in cantiere la mia corazza da costruire. Spesso apro questo blog, leggo qualcosa e poi lo lascio aperto come fosse una finestra sulla bellezza dell’essere umano, una bellezza sempre possibile, presente da qualche parte e mai troppo lontana anche quando l’area in cui viviamo è nuclearizzata.

    Grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.