“La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi
del tuo riso
della tua gioia di vivere
Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi
Ma contro la paura
ti aiuterò
perché la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi.”
Erich Fried, “Ma”
Possiamo trovare le parole adatte al nostro incontro?
A quando il nostro sguardo si è incontrato per la prima volta?
E gli occhi hanno subito detto che ci eravamo riconosciuti, che qualcosa che ci apparteneva, era in uno spazio comune. Qualcosa che condividevamo senza conoscerne il nome. Figuriamoci la ragione.
Noi così poco interessati all’amore, eppure sempre a ragionarne e a parlarne. Per lavoro, vocazione, o qualche altra ragione del nostro intelletto.
Eppure in quello spazio. In quel luogo dello sguardo. In cui si mischiavano tempo e spazio. Dove tutto si alterava.
Noi, c’eravamo incontrati.
Nel conoscerci iniziale che è sempre parziale. Dove quello che appare all’improvviso sembra quasi necessariamente dover essere bello.
Unicamente bello anche se ben sappiamo che non può esaurire tutto il noi.
Quello spazio sarà molto più complesso. Sarà anche il luogo delle incomprensioni, o di quel che semplicemente non ci piace. Eppure è l’altro nella sua totalità che noi desideriamo. Che noi siamo assieme.
Allora quel che è importante è non negare. Restare nell’incontro.
Aprirsi a quel che ci fa paura. Far della paura l’arte di amare. La nostra arte. Del nostro legame unico e irripetibile.
Sapere stare nella distanza, nell’individualità che è appartenenza, ma mai potere. Passione e non controllo.
È dalla paura che nasce la gioia di vivere. In quell’istante che resterà sempre unico.
Vederti uscire dal portone. Il vento ti gela sul cancello.
Ci sciogliamo nell’abbraccio, in questa nostra prima serata.
Nonostante le tante precedenti.
La prima volta, per l’ennesima volta.
La pesantezza che è la nostra complessità. Lo spessore che supera la superficialità.
Lo stare, che supera il dover sempre dimostrare a se stessi e agli altri.
Noi, anonimi ma noi. Per la prima volta sempre.
Francesco Urbani
Psicologo-Psicoterapeuta-Supervisore
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
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Immagine tratta dal film "Perfetti sconosciuti", di Paolo Genovese, 2016
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