Esce oggi, presso l’editore Adelphi, uno dei libri più attesi della stagione.
“Uno scrittore in Guerra” è il libro di Grossman che raccoglie i suoi reportage lungo tutte le battaglie della seconda guerra mondiale. Già da queste pagine, lo scrittore del grande capolavoro “Vita e Destino”, mostra non solo la sua alta capacità di scrittura, ma anche di critica nei confronti di quel pensiero unico che lo vedrà, successivamente, costretto al ruolo di reietto.
Scheda Tecnica:
Traduzione di Valentina Parisi
Biblioteca Adelphi
2015, pp. 471
isbn: 9788845929830
Temi: Letterature slave, Storia contemporanea, Reportage
€ 23,00
Trama: «Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità»: attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di «Krasnaja zvezda» (Stella Rossa), il giornale dell’esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l’Ucraina, la difesa di Mosca e l’assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a Vita e destino. Benché fosse un tipico esponente dell’intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l’ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall’altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini – di sorprendente qualità letteraria – che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve. E il commento, sapiente cornice, ci guida attraverso le tappe della Grande Guerra Patriottica, dallo shock dell’invasione tedesca del 1941 fino alla trionfale avanzata russa su Berlino, passando per l’epica battaglia di Kursk e l’atroce scoperta dei campi di sterminio di Treblinka e Majdanek.
Biografia: Vasilij Semënovič Grossman, Berdicev (Ucraina), 12/12/1905 – Mosca, 1964, è stato un giornalista e scrittore sovietico di origine ebraica.
Diventò ingegnere e dopo essere cresciuto a Ginevra e aver studiato a Kiev, all’epoca dei piani quinquennali credette talmente nella costruzione dell’ “uomo nuovo” da abbandonare i cantieri minerari del Donbuss, dove lavorava, per mettersi a raccontare l’epopea dell’Unione Sovietica.
Fu corrispondente di guerra per il quotidiano dell’esercito “Stella rossa” e seguì il fronte fino alla Germania.
In quel periodo cominciò a comporre una grande opera sulla guerra, incentrata sulla Battaglia di Stalingrado, e diede alle stampe “Il popolo è immortale” (1943), esaltazione dei sacrifici sofferti dai popoli dell’Unione Sovietica durante l’invasione tedesca del 1941.
Tra il 1944 e il 1945 lavorò a un’opera che documentava i crimini di guerra nazisti nei territori sovietici contro gli ebrei (“Il libro nero”).
Grossman, ebreo sovietico, scrittore e giornalista, conobbe perciò direttamente le devastazioni della seconda guerra mondiale, la lotta contro i nazisti, la sconfitta di Hitler quindi l’ascesa di Stalin.
Dopo aver assistito alla campagna antisemita (fra il 1949 e il 1953) si trovò in dissidio con il regime e cadde in disgrazia.
Così la stesura finale della sua grande opera, Vita e Destino, venne sequestrata e non avrebbe mai visto la luce se qualcuno non avesse conservato e fatto pervenire clandestinamente una o due copie a Losanna, dove fu stampato nel 1980.