Esce oggi, per l’editore Minimum fax, un nuovo libro di Bernard Malamud.
Un libro importante perché è la raccolta di lezioni e saggi sulla scrittura che questo grande autore ha tenuto nel corso della sua intera vita.
Articoli finalmente raccolti in volume.
Scheda Tecnica:
Prezzo copertina, 10 €
Traduzione,Giulio Silvano
Curatore,Francesco Longo
ISBN, 978-88-7521-656-6
Pagine, 121
Pubblicazione, 30 aprile 2015
Trama:
Bernard Malamud ha consacrato tutta la sua vita alla scrittura. Ha esordito con Il migliore e anni dopo ha vinto il National Book Award. Alla narrativa ha affiancato la professione di insegnante di scrittura presso prestigiose università americane. Le lezioni agli studenti, le interviste e i saggi che ha scritto per far luce sul suo dono («una benedizione capace di sanguinare come una ferita») sono un tesoro di consigli per aspiranti scrittori e un invito alla lettura delle sue pagine. Scritti, discorsi e opere narrative racchiudono materiale che dà forma a un libro a parte. Una guida al lavoro di scrittore, ai suoi tormenti e alle sue letture, in cui Malamud rivela il rapporto con i colleghi, con l’ebraismo e con la critica. Il curatore Francesco Longo ha estrapolato dall’opera di Malamud i passi in cui l’autore riflette sulla sua vocazione, svela segreti ed elargisce consigli. Il risultato è una storia d’amore, quella dello scrittore con la letteratura, una passione narrata tante volte, celata nelle numerose pagine romantiche dei suoi testi.
«C’è quindi un dono: il dono della narrativa. Coloro che hanno il dono passano metà della vita a capire se ce l’hanno, un’altra metà della vita a decidere come lo useranno, e la restante metà della vita a usarlo (lo so, sono tre metà)». Bernard Malamud
L’Autore:
Figlio di due ebrei russi immigrati in America, Bernard Malamud nasce a Brooklyn, New York, il 26 aprile 1914; il padre possiede una piccola drogheria, e Bernard ricorderà in seguito la sua infanzia trascorsa in una casa priva di libri, dove l’unico stimolo culturale era la musica di un pianoforte che entrava dalla finestra nei pomeriggi domenicali.
Tuttavia il ragazzo è portato per gli studi, e frequenta la Erasmus Hall High School e poi il City College di New York, dove si laurea in lettere nel 1936; l’anno dopo si iscrive alla Columbia University e consegue il master nel 1942. Nel frattempo, dopo aver lavorato in una fabbrica e in alcuni negozi, ha trovato un impiego presso l’ufficio censimenti di Washington; contemporaneamente insegna nei corsi serali dell’Erasmus Hall e ha cominciato a scrivere racconti, due dei quali, “Benefit Performance” e “The Place Is Different Now”, verranno pubblicati nel 1943 sulla rivista Threshold e su American Preface. Il momento storico, con la guerra mondiale che infuria e le prime notizie sull’Olocausto che cominciano a trapelare, lo spinge a riflettere e rafforza la sua certezza di avere qualcosa da dire. In seguito commenterà: «Sono convinto che non sia stata data un’importanza sufficiente alla tragedia della distruzione di sei milioni di ebrei. Qualcuno deve pur piangere… anche se si tratta di uno scrittore, vent’anni più tardi».
Nel 1945 Malamud sposa Ann de Chiara e va ad abitare nel Greenwich Village; due anni dopo gli nasce un figlio, Paul. Nel 1948 comincia a lavorare come insegnante nei corsi serali dell’Harlem Evening High School; l’anno dopo gli viene però offerto un posto all’Oregon State College di Corvallis, ed egli vi si trasferisce con tutta la famiglia per rimanervi fino al 1961, quando entrerà a far parte del corpo insegnante del Bennington College, nel Vermont.
Nel corso del 1950 alcuni suoi racconti appaiono sulle riviste Harper’s Bazaar, Partisan Review e Commentary. Nel 1952 viene pubblicato il suo primo romanzo, The Natural (Il migliore); lo stesso anno nasce sua figlia Janna.
Nel 1956 gli viene assegnata una borsa di studio dalla Partisan Review per la narrativa; grazie a questa sovvenzione Malamud può stabilirsi per un certo periodo a Roma e viaggiare per l’Europa. Nel frattempo viene pubblicato il romanzo The Assistant, seguito nel 1958 dalla raccolta di racconti The Magic Barrel. I riconoscimenti si infittiscono: il Rosenthal Foundation Award del National Institute of Arts and Letters premia The Assistant, e l’anno successivo il National Book Award viene assegnato a The Magic Barrel; l’autore è inoltre beneficiario di una borsa di studio della Ford Foundation per le discipline umanistiche e artistiche.
Nel 1961 viene pubblicato il romanzo A New Life, seguito nel 1963 dalla raccolta di racconti Idiots First. In questo periodo Malamud viaggia di frequente, visitando l’Inghilterra, l’Italia e – qualche anno dopo – l’Unione Sovietica, la Francia e la Spagna; nel frattempo è stato eletto membro del National Institute of Arts and Letters. Nel 1966 esce The Fixer, ispirato a un fatto realmente accaduto (un processo nella Russia zarista del 1913 a carico di un operaio ebreo accusato ingiustamente di omicidio rituale), che l’anno seguente gli frutterà sia il National Book Award che il premio Pulitzer. Nello stesso anno viene nominato professore a contratto presso l’Università di Harvard, carica che manterrà per un biennio.
Nel 1967 Malamud diventa membro dell’American Academy of Arts and Sciences e, nel marzo dell’anno seguente, visita Israele. Molti critici, specialmente dopo la pubblicazione di The Assistant e The Fixer, hanno cominciato a vedere Malamud come uno “scrittore ebraico”, nella scia di autori come Saul Bellow e Philip Roth; pur senza respingere del tutto questa definizione, Malamud ammette di trovarla inadeguata, specialmente se applicata a tre scrittori che differiscono tra loro più di quanto non si somiglino. Dal canto suo, egli considera l’ebraismo come una categoria più spirituale che culturale o religiosa, e si ritiene uno scrittore americano almeno tanto quanto uno scrittore ebraico.
Dal 1969 in poi, a cadenza biennale, appaiono Pictures of Fidelman, una serie di racconti incentrati su un unico personaggio, il romanzo The Tenants e la raccolta di racconti Rembrandt’s Hat. Le recensioni sono eterogenee: alcune osservano nelle sue opere una cupezza crescente, che si affianca a una progressiva perdita di significato e di pathos; altre sottolineano una maturazione, che permette all’autore di affrontare temi attuali e scottanti come gli sconvolgimenti culturali e psicologici verificatisi nella popolazione di colore in seguito alla crescita del nazionalismo e dell’orgoglio razziale, o la preoccupazione per la sopravvivenza della specie umana davanti alla minaccia nucleare.
Nel 1979 esce Dubin’s Lives, considerato da alcuni il miglior romanzo di Malamud; l’autore viene eletto presidente del pen American Center, carica che ricoprirà fino al 1981. Seguono altri riconoscimenti: il Governor’s Award for Excellence in the Arts da parte dello Stato del Vermont, il Brandeis Creative Arts Award. Nel 1982 vede le stampe il romanzo God’s Grace, seguito l’anno dopo dalla raccolta The Stories of Bernard Malamud. L’American Academy lo insignisce della Medaglia d’Oro per la narrativa.
Nel gennaio del 1986 Malamud partecipa al congresso del PEN a New York, dove legge alcuni suoi racconti. È una delle sue ultime apparizioni pubbliche: il 18 marzo muore infatti per attacco cardiaco nel suo appartamento di Manhattan. Le raccolte The People and Uncollected Stories (che comprende frammenti del romanzo incompiuto a cui l’autore stava lavorando) e The Complete Short Stories usciranno postume, la prima nel 1989, la seconda nel 1997; segno di una popolarità giustamente duratura, perché, come ha detto il critico Robert Alter, racconti come “The First Seven Years”, “The Magic Barrel”, “Idiots First” e “Angel Levine” troveranno lettori «finché ci sarà qualcuno interessato alla narrativa americana del ventesimo secolo».