L’intuizione ha solo una possibilità di essere affidabile, e sincera… quando arriva dal cuore, e dall’interiorità più profonda ed intima.
Solo l’amore, che procede oltre il tempo abitualmente conosciuto, è vera apertura al mondo, e all’enigma che in esso è racchiuso.
L’amore conduce le persone lungo altre terre, ben lontane da quelle conosciute. Ben diverse da quelle della logica e del quotidiano.
Con l’amore si è, contemporaneamente, nel mondo e fuori dal mondo, ovvero si è dentro il mondo più profondo, e lontani da quello più mondano.
L’amore è incontro, all’interno di un luogo in cui non c’è contraddizione fra l’essere in due e l’essere soli.
Solo l’amore conosce, e permette di conoscere, l’essenziale.
L’amore illumina zone che “ancora non sono”, e che appartengono ad un lontano futuro.
Ma quando la sofferenza, la fragilità, il dolore, diventano pervasivi all’interno dell’essere umano. Quando la persona si trova in uno stato di incomprensione, e la sua interiorità è unicamente solitudine.
Quando i demoni regnano, indisturbati, al suo interno, e il contesto attorno è incapace di farsene carico.
Allora avviene l’inaridimento, e l’impedimento dell’incontro con il futuro.
Inibito l’amore, la persona è colta dall’assenza di speranza, con la relativa impossibilità di conoscere altro, oltre se stesso.
Non si riesce più a varcare il confine dell’io, e si è consegnati, in tal modo, ad una solitudine disperante.
La vita, così pietrificata, si vede negata la possibilità di una vera esistenza. La persona finisce per non sentirsi accettata, completamente non vista, e senza la possibilità di accedere ad un progetto futuro.
In tutto questo, l’incontro è possibile solo come conflitto.
Un conflitto svolto solo nel presente, dove risulta assente il futuro.
Presente velenoso, che si trasforma rapidamente in gabbia, che amplifica, e banalizza le emozioni (fino a renderle false).
Non c’è, quindi, più possibilità di conoscenza, dato che l’amore è diventato sterile, e soggiogato dal raziocinio più intellettualizzato.
L’amore non è più uno strumento, ma solo “qualcosa” da spiegare e gestire.
L’orizzonte, in questo triste quadro, si limita al giudizio e alla valutazione, e l’incontro con il mondo è ridotto a chiusura e non ad apertura.
Riportare la luce sulle esperienze che fanno, e hanno fatto parte, delle radici profonde dell’umanità della persona…
Concedere la libertà di occuparsi autenticamente delle proprie passioni…
Orientare lo sguardo all’altro, visto come complice ed alleato, nel cammino dell’esistenza…
Tutto questo può abbassare la sofferenza, donando all’amore la possibilità del ritorno ad essere strumento di conoscenza, calore e vita.
Quella vita che guarda al futuro, sapendo che affronterà tempesta, calma e calamità.
Francesco Urbani
www.francescourbani.it
Crediti
In Busta Chiusa n. 2, un progetto di Cartaresistente
Lettera C, di Federico Urbani
Illustrazioni di Davide Lorenzon
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