Quando diceva, scriveva o descriveva, che sentiva con l’immaginazione e non con il cuore.
Questa era la sua capacità di essere sempre altrove e contemporaneamente presente.
Viaggiare con l’immaginazione, che è un po’ diverso dal viaggiare con la fantasia, è la capacità di spingersi un poco più in là… lontano quanto basta per vedere meglio il presente e nel contempo oltrepassarlo. Andare in quell’altrove a cui spesso aspiriamo.
Non per fuga, ma perché stiamo cercando qualcosa che ancora sentiamo che ci manca. A ridosso di noi stessi, ci sentiamo però incompleti.
Anche per questo adoriamo il poeta portoghese, perché se in qualche modo di rende spaesati, in altro modo ci riporta a casa. Non nell’immaginazione del fanciullo che non abbiamo più. Ma nella possibilità di immaginare quello che la concretezza del quotidiano finisce per rendere impensabile.
Tramite Pessoa, incontriamo quello che non sapevamo potesse esistere, e che pure sentiamo immediatamente vicino.
Subito prossimo, mai realmente distante.
E’ una modalità complessa e non semplice… anche e soprattutto per questo ci dona piacere… per cercare di conoscere quel tutto di cui sentiamo sapere estremamente poco.
I sogni sono davvero migliori della realtà che incontriamo nel nostro quotidiano? E quanto invece ne penetrano i confini senza che neanche ce ne accorgiamo? Nel sonno come nella veglia…
I sogni aprono porte e ci raccontano mondi possibili, altri linguaggi che perdiamo di vista… a cui non sappiamo più porgere orecchio, persi tra la poca fantasia, la velocità e quel che ormai abbiamo eletto a unico punto di vista. Confondendolo come fosse nostro, e che invece forse c’è stato imposto… per opportunismo e anche per nostra unica comodità.
Nell’immaginazione troviamo i nostri compagni di viaggio, in compagnia della nostra anima… o almeno una delle tante che nel profondo ci appartengono.
Il sogno ci vive in vece nostra. Specchi che riflettono le nostre infinite possibilità. Sorprendendoci, spassandoci, raccontandoci e indicando nuove direzioni.
Riflessi della realtà, che è ovunque e in nessun luogo.
Completezza che cerchiamo, che desideriamo e di cui abbiamo bisogno. Noi sempre manchevoli e quindi accompagnati dal desiderio e dalla passione.
Quel desiderio che a volte perdiamo, quando ci accontentiamo nel fingere di essere o di esistere.
Perdendo l’opportunità di moltiplicarsi, per poter sentire… il mondo e il nostro essere così vario…
Siamo noi e siamo l’estraneo a noi stesso, che ancora non abbiamo incontrato anche se lo conosciamo da sempre.
Siamo in cammino perenne verso il nostro essere inarrivabili.
Francesco Urbani
Psicologo-Psicoterapeuta-Supervisore
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
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“Perché
Sperare?
– Tutto è
Sognare.”
Fernando Pessoa