Le società occidentali, nella loro conformazione attuale, hanno fatto si che ogni individuo si consideri un mondo a sé, che si propone cioè di interpretare da sé e per sé le informazioni che gli vengono date.
E’ sotto gli occhi di chiunque guardi al mondo con occhio critico che spesso le persone si ritrovino ad individualizzare gli approcci. Le storie individuali fanno parte della storia collettiva, anzi a volte ne viene dato un risalto ben maggiore, e questo mentre in parallelo la storia collettiva diventa un riferimento molto fluttuante.
Occorre prestare attenzione ai cambiamenti che hanno interessato le grandi categorie attraverso cui gli uomini pensano la propria identità e le proprie relazioni reciproche.
Oggi l’uomo è diventato parziale anche a se stesso, oggi vive di e con passioni tristi. Quello che la velocizzazione (intesa come alterazione dei ritmi) e l’eccesso (sovra stimolazione continua) ha creato è la completa mancanza di sintesi (che può avvenire solo laddove esista un “senso delle cose e degli avvenimenti”) e conseguentemente la mancanza dell’idea di un uomo totale, configurabile in tutte le sue sfaccettature (fisiche, psicologiche, relazionali, sociali).
Quello che bisogna creare è un luogo che permetta il riconoscimento delle persone, il riconoscimento delle differenze e delle uguaglianze, e questo può avvenire solo in un contesto dove si possa dare un senso a ciò che accade, dove gli elementi sono alla portata della natura umana e non a portata di una scienza accelerata a dismisura e fuori dalla portata umana.
Qui si intende un luogo fatto di oggetti e avvenimenti semplici, che possano dare il senso della storia, del tempo e del futuro perché affettivamente connotati.
Un mondo (luogo) che entri in relazione con l’individuo nella sua totalità, con i suoi limiti e le sue risorse… un ambiente che mantenga le caratteristiche di plasticità in similitudine alla plasticità neuronale che ognuno porta con sé (caratteristica questa di grande preziosità).
L’eccesso e la velocità sono antitetiche a questo, sia solo (e già questo sarebbe comunque un elemento importantissimo da tener conto) perché non permettono la costruzione di un legame affettivo tra gli individui e tra l’individuo e l’ambiente che invece è di estrema necessità per la bellezza e l’arricchimento di ogni essere umano.
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