La domana è quale sia il confine, se mai veramente ci sia, tra sogno e realtà.
Se non sia più reali gli accadimenti nel sogno rispetto a quelli che conosciamo nella quotidianità.
Questa riflessione, che ha una lunga storia nella letteratura e non solo, e che viene riproposta anche in “Kafka sulla Spiaggia”, riporta di conseguenza al “Doppio Sogno” di A. Schnitzler, dove sappiamo quanto alcune fantasie e desideri umani, siano più autentici nei sogni che non in quello che le persone raccontano, a se stessi e agli altri, durante il giorno.
Kafka sulla Spiaggia è indubbiamente molte cose, e sarebbe impossibile elencarle, né tantomeno approfondirle, tutte.
Sicuramente però è un libro sull’altro lato della realtà umana. Quello in cui la mente e gli affetti sono lontani dal controllo della coscienza, e dove gli avvenimenti si rivelano nella non-consapevolezza, abitando i nostri stessi spazi privati.
Spazi in cui le logiche razionali si trovano in uno stato si sospensione, e le regole che dominano il tempo (apparentemente) abituale trovano la ricchezza del proprio lato oscuro.
Kafka sulla Spiaggia ci ricorda la nostra moltitudine, e che siamo un continuo racconto, da ascoltare se vogliamo conoscere la storia che ci riguarda. Oltre il tempo del passato, del presente o verso il futuro.
Nel sogno riviviamo, rivediamo o sperimentiamo per la prima volta, nuove versioni degli accadimenti, e di noi stessi, per scoprire altri nostri bisogni e desideri.
Nel sogno avviene il dis-velamento (velato) delle potenziali direzioni che alcune parti di noi vorrebbero esprimere.
La direzione che si percorre nell’espressione e non nell’andare.
Ci scopriamo, in questi luoghi, solo apparentemente oscuri (perché a volte troppo chiari) come persone di desiderio, dove ombre e luci prendono voce all’interno di spazi dal “rumore assente”.
Siamo nell’oltre del rito abitudinario che genera la confusione della quotidianità.
Il confronto che emerge, se lo si vuole, è con sentimenti scomodi e illuminanti, lungo il buio che, se attraversato, porta sempre alla vicinanza con se stessi. Il cambiamento continuo tra crescita e fatica.
Chi siamo, chi potremmo essere, chi vorremmo essere: magari finalmente portati a scoprire parti e aspetti insospettabili. Imprevisti.
È il regno dell’ignoto e dell’essere continuamente un enigma.
Regole da scoprire, carte da voltare e collegare per riuscire ad avvicinarci al segreto di chi siamo. I nostri affetti e sentimenti.
Nel sogno incontriamo i frammenti del racconto di noi stessi, senza sapere quale sia la parte che ci appartiene, e quale l’illusione. Se illusione mai ci sia.
Siamo noi e la nostra stessa estraneità. Le zone esiliate che ci riportano ad un viaggio-casa.
Francesco Urbani
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
Kafka sulla Spiaggia di Murakami Haruki, edito da Einaudi, 2008