La gelosia è un sentimento molto forte e violento che si presenta spesso in modo del tutto imprevisto e pervasivo. Attacca in modo violento i sentimenti che sono alla base di un rapporto di coppia, ovvero l’amore e la fiducia.
Può inoltre, proprio per la sua natura improvvisa, oltre che spaventoso e spaesante, anche essere traumatizzante.
Chi è preda della gelosia cade in un tormento profondo e il fattore “dubbio” diviene prevalente all’interno della relazione che ne è coinvolta.
Inoltre è un sentimento mal accettato, e culturalmente disapprovato, tanto che chi ne soffre viene tacciato come “debole” e “problematico”, negando così l’aspetto relazionale della questione. La quale non risiede nel bisogno di rassicurazione, ma bensì nel sentir accettata un’emozione che è sempre riferibile ad un “essere lasciati soli” (Essere esclusi).
D’altronde la gelosia richiamo un intimità perduta (o la paura di perdere un’intimità). Anche in forme ben diverse da quelle che vengono fantasticate o che si ipotizzano.
Ma al di là di quelle che possono essere le fantasie di chi è geloso, resta spesso vero che l’altro lo ha in qualche modo (magari del tutto involontariamente e con aspetti minimi) escluso da qualche aspetto della propria vita.
E che quindi il “noi” ha subito una “contrazione” o un “mancato ampliamento”.
La gelosia, inoltre, è così destabilizzante che a volte provoca nel legame che va ad abitare, un tale perturbamento che ne comporta la fine. Oppure genera quel tradimento che tanto si teme.
Proprio a causa della riprovazione sociale della gelosia, chi ne soffre è portato a vergognarsene e a considerarlo un problema del tutto personale.
Condizione questa che porta solo ad un peggioramento perché se ne nega l’aspetto relazionale e di coppia.
La gelosia, invece, racconta qualcosa della coppia stessa (e non solo della persona) magari anche in modo molto lontano dall’ipotesi di un tradimento effettivo. Perché può raccontare le fragilità dell’uno e l’assenza dell’altro.
Può quindi essere un’occasione di crescita del “noi” nel momento che ne rappresenta la “crisi”.
Equilibri d’altronde nel tempo si trovano a cambiare in qualsiasi relazione, e non sempre vengono ritrovati con facilità.
Non condannare la gelosia e il geloso (che non significa, se dovessero esserci, accettare comportamenti possessivi, di controllo, di manipolazione o di violenza), ma accogliere la fragilità, il senso di solitudine e di esclusione, può essere per la coppia una occasione di ridefinirsi e ritrovare nuova vita, oltre che una conoscenza ancora più approfondita, che sposta la coppia dall’abitudine a nuove strade da percorrere assieme nel futuro.
Francesco Urbani
Psicologo-Psicoterapeuta-Supervisore
urbani@casadinchiostro.it
www.francescourbani.it
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Grazie. Ho apprezzato molto questo articolo. E’ proprio così come scrivi. Sono molto sensibile alle “assenze”. Dentro di me si scatena una tempesta di paura, rabbia e senso di impotenza. Emozioni provate troppo precocemente, troppo spesso e a lungo per digerirle allora e per sopportarle ancora, vissute a causa di “un abbandono” lungo tutta un’infanzia e un’adolescenza. La cosa bella è che si possono costruire relazioni molto profonde man mano che si elabora il lutto per quanto perduto; la cosa brutta è che non mi pare che si smetta di essere gelosi in una vita soltanto, ma ho ancora tempo.