La ricapitolazione di una vita intera, delle sue esperienze e delle sue relazioni, sta nella persona che si trova davanti a noi.
Le creazione delle condizioni per entrare in relazione con lui, per poter accedere al mondo che si cela dietro i suoi occhi, è imprescindibile, se è autentico il desiderio di conoscere e scoprire.
Come aspetto primario deve essere in noi una radicata “fiducia” sulla nostra possibilità di incontrare l’altro in modo armonico e sintonico.
Dobbiamo avere sperimentato, e sentito in noi il sapere, di contenere (e possedere) tale possibilità. Con le potenzialità che ne conseguono.
Il secondo, altrettanto determinante aspetto, risiede nel fatto che questa persona “creda” in noi. Creda nell’incontro con noi.
Questo “credo” deve essere sempre da noi sostenuto e motivato, e mai può essere dato per scontato, o pensato come fenomeno estraneo alla nostra responsabilità.
Il “credo” abita nelle profondità dell’animo, non è mai in superficie, e su qui dovesse mai apparire va trattato come elemento d’apparenza, senza spessore alcuno.
La terza essenziale condizione è quella del “bisogno di accrescimento”, che è la motivazione a percorrere il processo mediante il quale si vengono a generare “virtù superiori”. Si accetta quindi il cambiamento.
È grazie a questo fenomeno che, ogni singolo elemento dell’incontro, si trova ad essere “accresciuto” rispetto al “prima” dell’incontro stesso.
Queste tre condizioni devono sempre trovarsi in rapporto di armonia, fra di loro. Nessuna può diventare dominante sulle altre, né esserne vicaria. Se questo dovesse accadere, lo può solo in termini di breve durata, e con modalità intercambiabili.
Ogni incontro, deve sempre essere orientato ad una “positività profonda”, che non è mai negazione del conflitto, o delle difficoltà, ma ricerca costante di “accrescimento”. E questo anche si vi dovesse essere la necessità di attraversare il dolore, e situazioni non semplici.
La “positività profonda” non può essere mai ottenuta con strategie razionali, né tantomeno con vincoli o costrizioni. Può essere raggiunta mediante elementi concreti (“ciò che accomuna”), o da fenomeni non tangibili (aspetti emotivi e affettivi, in risonanza). Affiancati da elementi di continuità e presenza.
Queste sono le condizioni che aprono al “comprendere”, che è luogo in cui si ha la possibilità di accedere all’ascolto del Silenzio, che sempre è accoglienza dell’ignoto.