Poeta spesso dimenticato, Sandro Penna, è stato scrittore dalla sensibilità acutissima. Capace di cogliere i sentimenti negli interstizi dell’animo umano più recondito.
Ha saputo, in un’epoca in cui il tecnicismo della parola (e spesso della vita) sembrava essere l’unica modalità per una scrittura “alta”, riportare la poesia alla sua essenza più vera.
Ha saputo riportare le emozioni al centro della parola, donando nuova vita a quelle lettere che per tanti anni hanno conosciuto solo la freddezza del calcolo, e non il calore del cuore.
Riportando qui alcune tra le sue tante splendide poesie, trascriviamo anche un passaggio della critica che ne fece Pier Paolo Pasolini.
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I
Con un rapido vezzo hai liberato
la fronte dal ciuffetto. Fieramente
hai dato fuoco alla tua sigaretta.
Ma ricade il ciuffetto. E la stagione
indugia, e ride assai languidamente.
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II
Di primavera, se un piccolo amore
grandeggiava nell’animo, diceva:
io durerò lontano come il sole,
sarò nascosto come le viole.Ma nell’inverno calmo, al fuoco lieto
l’amore impiccioliva, un suo divieto
inutile pareva e già lontano.
L’amore era con me nella mia mano.
…
Questo il giudizio dell’altro poeta, che tanto ha amato Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini:
“Leggendo queste pagine prende un’emozione che fa tremare. […] Ciò che ci sconvolge non è la difficoltà di adattarsi a un nuovo tempo, ma un immedicabile dolore simile a quello che dovevano provare le madri vedendo partire i loro figli emigranti e sapendo che non li avrebbero visti mai più. […] Penna è crudele: non ha pietà per ciò che minimamente non è investito dalla grazia della realtà, figuriamoci per ciò che n’è fuori o contro. La sua condanna – non pronunciata – è assoluta, implacabile, senza appello.
È colmo di un sentimento immenso , straripante della vita. La gioia vi è così grande da essere dolorosa.”
III
Il viaggiatore insonne
se il treno si è fermato
un attimo in attesa
di riprendere il fiato
ha sentito il sospiro
di quel buio paese
in un accordo breve…
Sandro Penna nato a Perugia nel 1906, ha vissuto quasi sempre a Roma, tranne un breve periodo a Milano come commesso di libreria, svolgendo vari mestieri: ragioniere, traduttore, mercante d’arte. A Roma morì nel 1977. Esordì nel 1939 con un volume di Poesie, cui seguirono varie altre raccolte poi ordinate organicamente nel volume garzantiano Tutte le poesie (1970). Poco prima di morire pubblicò Stranezze (Garzanti, 1976).
Le poesie di Sandro Penna sono tratte da “Poesie”, 1973, Editore Garzanti Il brano di Pier Paolo Pasolini è tratto da “Scritti Corsari”, 1975, Editore Garzanti