Qualcuno forse può ancora avere la sensazione che la sessualità sia qualcosa di sporco e da censurare. Questo modo di pensare nega la qualità desiderante che è insita in ogni persona, ed è figlia di una visione “bestiale” dell’essere umano in tutte le sue parti.
A volte è l’affetto a rendere piacevole la sessualità, ma non dobbiamo mai finire con il credere che solo l’essere innamorati, solo con l’amore, la sessualità possa essere legittimata ad esistere.
Come se solo il sentimento possa rendere al sesso il diritto di cittadinanza.
E’ invece il desiderio l’elemento che deve essere collocato al centro della scena, nel momento in cui parli di sessualità.
Del resto è proprio il desiderio a conferire bellezza alla sessualità, che se mancasse di questo elemento diverrebbe violenza, cattiveria e molestia.
Diverrebbe la sessualità terribile dell’imposizione, che avviene quando anche solo uno dei partecipanti non la desideri.
La meraviglia della fisicità dell’altro è generata unicamente dal desiderio, dove vicinanza e intimità sono condivisione autentica, e nulla è ripugnante in questo luogo, dove il corpo diviene un segreto svelato.
“Poesia ordinaria e straordinaria dell’amore” diceva Paul Valery nei suoi quaderni (volume V).
La sessualità desiderante supera differenze e distanze, unendo nei baci, nelle carezze e negli abbracci.
Qui il tatto domina la vicinanza dei corpi, dove il piacere è unico per entrambi, e vi è l’assenza di barriere.
In tal senso il toccarsi non diviene mai possesso dell’altro, ma avvicinamento magico in un presente infinito che non si pone alcun termine.
Il tatto rappresenta, di conseguenza, unione e immediatezza, ovvero la soppressione delle distanze, in un toccarsi che è sempre reciproco.
Toccare è farsi toccare.
È la carezza che rappresenta l’incontro degli amanti.
Carne, corpo, pelle: superficie e profodnità dei soggetti di desiderio che si modellano reciprocamente, in un’influenza continua che è incontro del piacere.
La magia nasce da questa forma di desiderio, perché se il “toccarsi” non fosse accettato, si aprirebbero le porte della violenza, dell’incubo e dello stupro.
Eppure anche quando il desiderio reciproco raggiunge l’apice, l’uno sente di non poter raggiungere completamente l’altro.
Non ci si afferra mai totalmente.
Il desiderio resta, seppur minimamente, incompiuto e questo lo genera nuovamente e immediatamente. Ed è quindi in questa “delusione” dell’impossibile fusione, che risiede la nostalgia di una mancanza che porta gli amanti ad un nuovo incontrarsi.
Ritrovarsi nuovamente.
Nella carezza si tenta, allora, di trovare quel presente infinito, impossibile da realizzare, ma che infinitamente si desidera. In un gioco di superfici-pelle che è profonda intimità senza centro definitivo.
Ci si rivela in un dono reciproco di piacere condiviso che è desiderio completo dell’altro, in ogni spazio anche periferico del suo corpo e della sua anima.
Francesco Urbani
www.francescourbani.it
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Foto copertina tratta dal film "The Dreamers" di Bernardo Bertolucci